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martedì 11 ottobre 2011

Radio Deejay 50 Songs dell'08.10.2011 in Mp3

TrackList
1. (00:04:12) Emeli Sandi – Heaven
2. (00:04:02) Kasabian – Days Are Forgotten
3. (00:03:08) Jason Derulo – It Girl
4. (00:03:27) Jovanotti – La Notte Dei Desideri
5. (00:03:14) David Guetta – Without U (feat. Usher)
6. (00:04:45) Adele – Someone Like You
7. (00:03:16) Example – Change The Way You Kiss Me
8. (00:04:34) Coldplay – Paradise
9. (00:03:35) Noel Gallagher – The Death of You And Me
10. (00:03:37) Enrique Iglesias feat. Pitbull – I Like How It Feels
11. (00:04:22) Rihanna – Man Down
12. (00:03:26) Benny Benassi Feat. Garry Go – Cinema (Radio Edit)
13. (00:04:39) Red Hot Chili Peppers – The Adventures of Rain Dance Maggie
14. (00:03:49) Bruno Mars – Marry You
15. (00:04:21) Ed Sheeran – The A Team
16. (00:04:31) Ben Westbeech – Something For The Weekend
17. (00:03:42) Jennifer Lopez – Papi
18. (00:03:21) Maroon 5 feat. Christina Aguilera – Moves Like Jagger
19. (00:03:41) Lady Gaga – You And I
20. (00:03:27) Calvin Harris – Feel So Close (Radio Edit)
21. (00:03:37) Pitbull Ft. Marc Anthony – Rain Over Me (Radio Edit)
22. (00:02:47) Entics – Click
23. (00:03:34) Rihanna – We Found Love (feat. Calvin Harris)
24. (00:03:06) The Kooks – Junk of the Heart (Happy)
25. (00:03:30) Gym Class Heroes – Stereo Hearts (feat. Adam Levine)
26. (00:04:44) Planet Funk – You Remain
27. (00:03:05) Subsonica feat Club Dogo – Tra gli dei
28. (00:04:05) Flo Rida – Good Feeling
29. (00:04:07) Foster The People – Pumped Up Kicks
30. (00:03:59) M83 – Midnight City
31. (00:03:42) J.Ax – Meglio Prima
32. (00:03:29) Marlon Roudette – New Age
33. (00:03:05) Ray Foxx Feat. Lovelle – La Musica (The Trumpeter) (Radio Edit)
34. (00:04:04) Marracash – King del rap
35. (00:04:03) Snow Patrol – Called Out In the Dark
36. (00:03:24) LMFAO – Sexy And I Know It
37. (00:04:24) Washed Out – Amor Fati
38. (00:03:59) Leona Lewis & Avicii – Collide
39. (00:03:34) Dirty Vegas – Little White Doves
40. (00:03:32) Oh Land – White Nights
41. (00:02:55) The Kenneth Bager Experience feat. Aloe Blacc – The Sound Of Swing (Oh Na Na)
42. (00:03:48) Katy Perry – Last Friday Night (T.G.I.F.)
43. (00:03:21) Theophilus London – I Stand Alone
44. (00:04:22) Caparezza – Legalize The Premier feat.Alborosie
45. (00:03:11) Lenny Kravitz – Stand (You’re Gonna Run Again)
46. (00:03:17) The Wanted – Glad You Came
47. (00:03:15) Maria Gadu’ – Shimbalaye’
48. (00:03:16) Snoop Dogg & David Guetta – Sweat (David Guetta Remix)
49. (00:03:16) Nu-Moods – Muciacio (Radio Edit)
50. (00:03:49) The Asteroids Galaxy Tour – The Golden Age

I pirati della Silicon Valley


E' la storia della nascita dei due colossi dell’informatica Microsoft e Apple e della lotta tra i fondatori delle due società Bill Gates e Steve Jobs ( 1955-2011)per accaparrarsi l’impero rivoluzionario della nuova era dei Personal Computers.

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Una cella in due

Romolo (Enzo Salvi) è un avvocato d’affari carente in deontologia professionale, Angelo (Maurizio Battista) è un giovane disoccupato approdato al crimine per disperazione, il destino non solo li rinchiuderà nella stessa cella, ma li costringerà a compiere, tra gag, battute ed equivoci, un’evasione ricca di colpi di scena con un finale divertente ed inaspettato…

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Arctic Blast


Una eclissi di sole provoca una netta riduzione dello strato di ozono nell’atmosfera terrestre e genera un varco che permette ai gas freddi della mesosfera di arrivare fino alla superficie della Terra, dando avvio a una nuova era glaciale che mina primo di tutto l’esistenza degli esseri umani…

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lunedì 10 ottobre 2011

Amore senza confini

L'ingenua americana Sarah Jordan vive una vita ovattata nell'Inghilterra del 1984, ma il suo mondo viene sconvolto quando il Dottore Nick Callahan si intrufola in un ballo di beneficenza dove rivolge un appello infocato per conto dei bambini di cui si occupa in Africa. Attratta da Nick e dalla sua causa, Sarah abbandona gli agi di Londra per la dura realtà dell'Africa, della Cambogia e della Cecenia in modo da potere lavorare a fianco di Nick e provare la rinnovata passione per la vita che ha risvegliato in lei.

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venerdì 16 settembre 2011

Sincope

Sono chiuso a casa da 5 giorni..con 4 punti al labbro (interno) superiore, colpo di frusta e collare, e forte dolore alla parte destra della fronte..
Una notte passata in ospedale, tra l'11 e il 12 settembre, due TAC encefaliche e due radiografie alla testa e al collo!...per fortuna è stata solo una sincope!

Non è per raccontare le mie disavventure ma solo per provare l'app di Blogger per iPhone!

venerdì 9 settembre 2011

CE LA SO! - Viaggetto semiserio nella parlata agrigentina

oltre girgenti: CE LA SO! - Viaggetto semiserio nella parlata agrigentina:

Il sottotitolo non tragga nessuno in inganno. Non voglio rifare la tesi di laurea di Luigi Pirandello né avere alcuna pretesa scientifica. Tant’è vero che si tratta di un viaggetto, una gitarella, una specie di scampagnata. Visiteremo i luoghi linguistici agrigentini, cioè tanti (non tutti, certo) di quei modi di dire, verbi, frasi, singole parole che a Girgenti vengono pronunziate con leggerezza, senza pensarci due volte, ormai legittimate dal tempo e dall’uso ma che magari all’orecchio di un non agrigentino possono sembrare strane, quando non sono decisamente sbagliate. (Le espressioni incriminate sono in grassetto.)
Comincerei da un verbo, il verbo dei verbi, il termine che ci permetterà di riconoscerci come agrigentini quando un giorno saremo tutti in Paradiso: è il verbo sapercela! L’agrigentino non è capace di fare qualcosa, egli più semplicemente ce la sa. “Ce la sai, bellomè? – Prima ce la sapevo. – Ora non ce la so più. – Se ce la sapessi, che fa, non te lo farei?”
E sempre rimanendo in ambito verbale è nota la propensione che abbiamo nel considerare transitivi alcuni verbi intransitivi. E quindi può capitare di sentire qualcuno che chieda alla propria madre: “Scendimi le chiavi che devo uscire la macchina dal garage. Devo prendere delle cose, che le devo salire a casa” (non prima di aver entrato la macchina nuovamente in garage). Una volta una mia amica che era appena tornata da un viaggio, scese le valigie dall’auto (tante, vi assicuro), e guardandomi fa: ”Sàlimele!”. Tutti noi usiamo questi verbi in questo modo. Tempo fa un cronista siciliano del TG5 commentando una rapina disse che il malvivente aveva uscito la pistola; l’episodio fu riportato dopo qualche giorno da Striscia la Notizia nella categoria “strafalcioni dei giornalisti”.
C’è poi il caso di quei participi usati un po’ così: “Vuoi comprate le patatine?” chiede il papà premuroso al figlioletto; “Hai tutti i pantaloni scesi” gli fa eco la mamma; “Si deve fare una piovuta!”, chi di noi non l’ha mai detto guardando un cielo di piombo (del resto se c’è la grandinata e la nevicata, anche la piovuta reclama il suo bel posticino tra le precipitazioni atmosferiche, no?).
Poi c’è una serie di situazioni linguistiche che riguardano l’andare al mare, pardon, l’andare a mare. Intanto a mare si ci va (e non “ci si va”) in macchina e si porta la tovaglia, cioè il telo (questa cosa mi fa secco!). Se si vuol fare una passeggiata si va spiaggia spiaggia e se magari si è in comitiva si possono anche tirare le foto. E poi c’è sempre qualcuno che a un certo punto chiede “Com’è l’acqua?”, ottenendo come risposta, invariabilmente: “Bella!”.
Ed è proprio al mare che l’estate scorsa ho assistito al seguente scambio di battute. Accanto alla mia tovaglia (eh eh!) c’era una famigliola, simpatica ma non troppo, con dei bambini che frignando chiedevano il gelato. “Potete stare freschi”, abbozzò lì per lì la mamma, “mangiatevi invece i mottini (le merendine) che vi ho portato”. Ma le proteste crescevano di intensità, i bambini facevano l’inferno, per cui dopo un timido temporeggiamento (“Ho solo soldi sani”), la poveretta, alla quale nel frattempo era venuta la pena, capitolò. “Mi state facendo uscire pazza”, disse avviandosi mestamente verso il chiosco dei gelati. Ma al ritorno fu lei a prendere in mano la situazione: accusò i figli di averle fatto fare mala figura con le persone, e che quindi le era caduta la faccia a terra. “Da domani in poi se dovete fare così ci muoviamo a casa” accusava (eh sì, perché a Girgenti, il verbo muoversi esprime anche immobilità). “Con voi non ci posso combattere più”, proclamò ultimativa, “mi state facendo cadere malata”. E per finire: “Guardate, avete tutte le mani sporche” (vi assicuro, avevano solo due mani ciascuno, come tutti) “e ora pulitevi il muso che ce l’avete marrò”. Era, infatti, un gelato al cioccolatto.
Laddove dappertutto il facchino è il portabagagli delle stazioni, ad Agrigento è la persona maleducata. Tempo fa andai a Roma in pullman. All’arrivo, al piazzale della stazione Tiburtina, ci fu la solita ressa per prendere i bagagli. Un passeggero, lamentandosene con l’autista si sentì rispondere: “Caro signore, io sono un autista, non sono un facchino”. E il signore si profuse in scuse assicurandogli che non voleva assolutamente dire che era un facchino. Oppure un mio caro amico, tempo fa, dovendo spiegare a un’amica del Nord il significato della parola vastaso (stesso significato), la tradusse con… facchino.
Un altro amico, trovandosi al ristorante a Rimini chiese tre scioppetti di birra, gettando nel panico la cameriera. Lo scioppetto è la bottiglia piccola, quella da 33 cl. La donna, temporeggiò un po’ nelle cucine, dopodiché tornò dicendo che non li aveva. Si sentì rispondere: “Vabbé, allora mi porti uno scioppone”.
Da ittari vuci (gridare, urlare), l’agrigentino tira fuori buttare voci. Una sera d’estate di qualche anno fa andammo a vedere “Questa sera si recita a soggetto” una bella commedia di Luigi Pirandello – nostro concittadino –, in cui alcuni attori, confusi tra gli spettatori interagiscono con i colleghi sul palcoscenico e ovviamente sono costretti ad alzare la voce. Un nostro amico si trovò seduto di fianco ad un’attrice esterna che pertanto passò tutto il primo atto a urlare. All’inizio del secondo atto, alla ripresa dei posti, ‘sto mio amico, che, vi giuro, non aveva capito niente della situazione e pensava che l’attrice fosse semplicemente una pazza scatenata, la guarda e le fa: “Ma lei non è quella che poco fa buttava voci?” “…” (Pausa di sconcerto dell’attrice) “E ne deve buttare ancora?”
Alcune espressioni orbitano nel mondo dei rapporti sociali e del sentimento: “Mi fai simpatia”; “mi sono fatto fidanzato, sai, con quella che mi faceva sangue” (lì per lì penseresti a una bistecca); “sei zita o lasciata?”, si informa, premurosa (e forse speranzosa), l’amica del cuore; “ci siamo lasciati ma mi sta uscendo il senso”, risponde, la povera delusa. Quando non si ha alcuna intenzione di andare a trovare un amico, normalmente gli si dice: “Uno di questi giorni avvicino!”. Per indicare la frequenza assidua con cui si fa qualcosa, si dice che si fa ogni due e tre. “Mio nipote si è fatto tanto” dice la zia orgogliosa segnando nell’aria con una mano la probabile altezza del bimbo, “e poi, è un bambino intelligentissimo, non perché è mio nipote!” (e perché, se no?). Si esprime soddisfazione con: “Mi è venuto il cuore”, che cardiologicamente parlando deve essere uno sproposito; e poi “Non fare lo sperto”, ovvero il furbastro. “Vedi che ti dico?” (senti, casomai!); “Quello che mi dici mi stranizza”, e la meraviglia si dipinge sul suo volto attonito. “Ti cucino?”, chiede la moglie al marito mentre qualcuno può pensare che ‘sta donna prenda il coniuge e lo ficchi in pentola. “Ho calato la pasta” (da dove?), “Mi sono mangiato il panino e mi sono bevuto la Coca-Cola” (meno male che ha aggiunto il panino e la Coca-Cola!); “Ho fatto tutte cose”.
Straordinari sono anche “avere di bisogno”, “salirsene” e ”scendersene”, “l’utile e il divertevole”, “prendere una scaffa” (una buca per strada), “portare la macchina” (nel senso di guidarla), “camminare in auto, (non si camminava solo a piedi?), “per sì e per no”, “niente ci fa!”, “la vuoi una ciunga? (chewing-gum) – dammene mettà”. I giorni della settimana sono, inspiegabilmente, luneddì, marteddì, etc… Personalmente amo molto anche i raddoppiamenti: “Giusto giusto!”, “a quando a quando”, “solo solo”, “piedi piedi”, “vedersela pietre pietre”, “andarsene muro muro”, “sono arrivato ora ora”, “l’ho appena comprata, è nuova nuova”, “il cinema è pieno pieno”; e le esclamazioni: ‘Nzumma!, Cèèè!, Mischino!, Camurrìa!, !, Moru!, Gnà!, Gnà chi!, Gnà comu! e Gnà !, il conclusivo Va’!, l’arcaico Scasciu!, per finire con Maria!, citato anche da Tomasi di Lampedusa nel “Gattopardo”.
Naturalmente, questo scritto non ha alcuno scopo canzonatorio nei confronti di nessuno: è stato soltanto il volersi soffermare (per sorriderne un po’) su un aspetto della vita della nostra città che è quello del parlare. In fondo, ha che parliamo così da una vita, cose giuste!


Fonte: http://oltregirgenti.blogspot.com/2009/05/ce-la-so-viaggetto-semiserio-nella.html?spref=fb

Post con foto

Provo anche ad inserire una foto per capire se crasha..

Primo post con Blogger per iPhone

Questo è il primo post scritto direttamente dalla nuova App Blogger per iPhone...

Grazie a questa nuova applicazione spero di aggiornare più spesso il mio blog.

Ciauz!

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